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La campagna di scavo 2011 si è chiusa sabato con la visita guidata al sito e per me che con Amanda, Alessandro, Carla e Marta ho lavorato nell’ambiente 2 è giunto il tempo di tirare le somme di 4 settimane e mezza di lavoro.

Lo scavo di questa stanza nel mezzo del sito è stato molto stimolante e, in definitiva, molto soddisfacente sia sul piano della riflessione che su quello pratico. Questa voglia di andare avanti, molla necessaria per sopportare bene la fatica del lavoro fisico dello scavo, l’ho vista anche negli occhi dei miei compagni di strato e questo mi ha fatto notare che tutto procedeva nel verso giusto.

Che cosa abbiamo capito dell’ambiente 2?

Ci siamo soffermati prevalentemente sulla fase tardoantica della stanza. La difficoltà di interpretare correttamente strati arancioni, gialli e neri che fanno riferimento al periodo di vita tardoantica del sito ci ha portato a pensare continuamente a nuove ipotesi, aggiustarle, guardarle da una nuova prospettiva e infine falsificarle o tenerle vive. Lo scavo è quindi andato avanti lentamente, al ritmo delle nostre intuizioni.

Quella che finora ci ha convinto di più è stata l’ipotesi di una stalla. Riteniamo che, almeno dal III secolo d.C, questa stanza possa aver accolto i cavalli alla stazione di posta. Almeno uno dei muri doveva avere l’alzato in argilla, lo strato arancione era molto spesso, disposto lungo una striscia ben definita. Dopo lungo pensare l’abbiamo spiegata come lo squaglio di un muro in argilla. I cavalli potevano abbeverarsi nella cisterna che chiude a sud l’ambiente.

Le fasi tardoantiche dell'ambiente 2
Le fasi tardoantiche dell’ambiente 2

Di certo le fasi tarde di questa stanza non si esauriscono con la stalla; abbiamo infatti rinvenuto tracce di attività di fuoco, focolari e strati di cenere accanto a buche di palo che potrebbero testimoniare una tettoia o anche una capanna. In questo panorama da ambiente di servizio non è facile inserire le molte monete di piccola dimensione e di difficile lettura che abbiamo rinvenuto fin dai primi giorni. Ci dovremo pensare meglio nella prossima campagna di scavo, cercando di trovare altri indizi utili.

L’anno prossimo si finirà di mettere in luce la fase originaria della stanza, di cui ora vediamo il pavimento in cocciopesto nella parte nord e sud dell’ambiente, cercando di capire quale fosse la sua funzione.

Per il momento, durante l’inverno, continueremo il nostro lavoro intellettuale sull’ambiente, controllando la documentazione e cercando di raccogliere qualche nuova idea a partire da quello che abbiamo scavato in questo denso mese a Vignale.

Per qualsiasi novità, stay tuned!

 

About Post Author

Francesco Ripanti

Francesco “Cioschi” Ripanti è dottore di ricerca in Archeologia Pubblica presso l'Università di Pisa. Si occupa principlamente di community archaeology e storytelling.
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