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La campagna 2017 è iniziata lunedì 11 settembre e si concluderà venerdì 13 ottobre. Come di consueto, gli archeologi di Vignale ve la racconteranno attraverso i loro diari di scavo. Scoperte, emozioni, storie e sfide si susseguiranno durante le prossime settimane e quest’anno vi saranno proposte anche attraverso nuove rubriche. Iniziamo subito con Gugliemo!

 

Ore 06.00: suona la sveglia, si apre il primo occhio e si connette il cervello. Normalmente non succede mai così velocemente, ma ora non ci si può permettere lentezza.

Ore 06.30: seduti attorno al tavolo si fa colazione, regna un silenzio un po’ strano. Negli occhi di tutti si legge la consapevolezza che la giornata sarà dura e stancante, ma in nessuno si nota un minimo di titubanza.

Ore 07.00: dopo aver sistemato e organizzato tutto il materiale (e il cibo soprattutto) che servirà per la giornata si procede con un ultimo appello dell’equipaggiamento indispensabile: trowel, guanti, scarpe antinfortunistiche, acqua… compagni di scavo.

Ore 07.30: fuori dalla recinzione sono parcheggiate quasi tutte le macchine, i cancelli si aprono e il gruppo di persone che vociava in maniera caotica muta di colpo. Tutto muta di colpo. Ognuno sa precisamente cosa deve fare, l’ordine in cui lo deve fare e la serietà si impossessa di tutti. Almeno fino all’organizzazione dei gruppi di lavoro.

Ore 08.00: la giornata di scavo inizia anche nel pratico, si scende in sezione e si inizia a spalare. Ognuno di noi sa che, almeno per questa prima settimana il lavoro sarà duro, ma che è necessario per poter continuare il progetto nel suo insieme.

Ore 10.30: Francesco comunica l’inizio della pausa e come un sol uomo tutti ci dirigiamo verso la baracca per consumare la merenda e ricaricare un po’ le batterie. Ci si scambia qualche battuta, chi gioca a carte e chi si confronta sul progresso dello scavo.

Ore 11.00: tutti torniamo ai nostri compiti, chi spiccona, chi spala e chi sposta carriole di terra. Forse a un visitatore esterno può sembrare che la terra smossa sia relativamente poca e, prima di questa settimana, era anche la mia convinzione. Ora mi sono ricreduto. Decisamente.

Ore 13.00: forse il momento più atteso da tutti è arrivato, la pausa pranzo. Ho visto, in alcune persone, meno entusiasmo nella scoperta di un frammento di mosaico che all’annuncio del pranzo. È il momento in cui il relax è assoluto, si riempie lo stomaco e si parla tanto, momenti seri e momenti di scherzo.

Ore 14.00: il lavoro riprende, ma l’aria è decisamente più allegra rispetto alla mattina. Forse lo stomaco soddisfatto, forse il sapere che alla fine della giornata non manca moltissimo, ma si respira un’aria ancora più euforica del solito. Nonostante tutti sappiano che pale e picconi li attendono hanno un sorriso da orecchio ad orecchio, sempre.

Ore 16.30: la giornata di lavoro si conclude ufficialmente a quest’ora, però bisogna rimettere a posto tutto il materiale, i tavoli e lasciare l’ambiente di scavo in ottime condizioni, in modo che il mattino successivo non ci sia lavoro aggiuntivo da dover fare. Il clima si fa decisamente euforico e in 15 minuti il cancello si chiude fino al mattino successivo.

 

Sicuramente tutti penseranno che dalle 16.30 in poi gli archeologi di Vignale facciano la bella vita, diciamo che non si lamentano, però hanno comunque qualche “compitino” da svolgere dopo lo scavo vero e proprio. Infatti dopo essere usciti dalla recinzione molti di loro si recano al supermercato per integrare la spesa e, solo successivamente, si dirigono verso casa.

Una volta arrivati a casa devono lavarsi perché polvere e fango sono la loro seconda pelle, letteralmente. Mentre ci si alterna nel lavaggio c’è chi cucina la cena e chi il pranzo del giorno successivo, chi pulisce e chi lava i vestiti, insomma, il lavoro termina veramente sono nel momento in cui ci si siede a tavola e, finalmente, si pensa solo al presente, si chiacchiera con gli amici davanti a un buon piatto di pasta e un bicchiere di birra.

Dopo aver riordinato tutto e aver lasciato la cucina in ordine ci si ritira in camera, qualche volta si ha la forza di continuare a chiacchierare altri 10 minuti ma, molto spesso, il sacco a pelo ha un richiamo molto più forte e incontrastabile, quindi ci si addormenta, ben consci che la sveglia suonerà troppo presto l’indomani. Magari andando a dormire verrà spontaneo sbuffare un po’ pensando all’ennesima sveglia e alla giornata di terra, fango e fatica; chiudendo gli occhi però, quando ormai il sogno prende il sopravvento sulla realtà, nell’ultimo istante di razionalità, capisci che il suono della sveglia l’indomani sarà il più bello e gioioso che si possa sentire.

Guglielmo Rebasti

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2 thoughts on “La giornata tipo della prima settimana

  1. per le ore 11 la risposta, secondo me, la danno i calli sulle mani di chi spala. Grazie perché con questo diario ci fate vivere in parte ciò che è la vostra vita.

  2. Salve, ho sempre sognato di poter partecipare ad uno scavo e a qualche giornata come questa. Conosco Vignale perché spesso sono ospite da mia sorella che abita a San Vincenzo, poco lontano. Sono geologo e laureato anche in lettere. Un giorno forse mi capiterà la fortuna di avverare questa mia curiosità. Saluti e buon lavoro.

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