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19/9/2011                               Lunedì

L’inizio di settimana per gli archeologi di Vignale non è facile: la domenica notte ha portato la pioggia sui teli che coprono lo scavo così, prima di iniziare a scavare, occorre armarsi di secchi e palette per togliere l’acqua che si è accumulata nelle buche. Un’operazione abbastanza ingrata, che fa però parte della serie di lavori necessari in un cantiere, quale è quello archeologico. Mentre io continuo a svuotare l’acqua altre persone iniziano a togliere i teli: “Ehi, la terra è quasi completamente asciutta, possiamo lavorare!” Dentro di me penso anche che il lavoro di pulizia di giovedì e venerdì scorso non è stato fatto invano.
Siamo ancora ai primi giorni di lavoro, il lavoro sul cantiere non può essere ancora a pieno ritmo ma le cose iniziano a prendere la loro solita forma dopo che la ruspa conclude il lavoro di sistemazione del limite di scavo verso la statale Aurelia. Una volta uscita dal perimetro del cantiere, gli archeologi riprendono il loro posto tra muri e terra (oltre che per questioni di sicurezza, la convivenza con la ruspa oggi risultava difficile perchè essa alzava molta terra, che il forte vento che tirava oggi non mancava di gettarci negli occhi).

Si formano così vari gruppi di lavoro: io prima finisco tra i giovani della nostra squadra, a portare avanti un esercizio di stratigrafia: “Vedete questa terra di colore rosso e quel crollo di pietre lì? Scavate e ditemi quale dei due viene prima e quale dopo nella sequenza stratigrafica?” I ragazzi se la cavano bene e dopo poco arriva la risposta, giusta!

Dopo un lauto pranzo a base di farro con pesto e formaggio, riprendo il lavoro all’interno del sondaggio aperto dalla ruspa subito all’esterno dell’area di scavo. Vogliamo sapere se il portico della nostra stazione ha 7 colonne per lato o meno; l’unico modo è quello di verificare la cosa scavando e vedendo le colonne con i nostri occhi. La mia amica Maria Sole ha scritto la tesi elucubrando possibili ipotesi architettoniche per il portico e ora che è finalmente cominciata la campagna di scavo non vede l’ora di vedere qual’è quella giusta: “Scavate, scavate!”.

All’inizio sembrano esserci solo pietre sul fondo del sondaggio, la delusione serpeggia nell’aria. Proprio alla fine di giornata però alcune pietre messe di piatto e connesse tra loro ci fanno pensare al basolato del cortile e quindi aspettiamo fiduciosi domani per completare il lavoro e magari trovare il muro. Sempre che la pioggia che ora sta cadendo a catinelle non decida di farci aspettare fino a dopodomani.

About Post Author

Francesco Ripanti

Francesco “Cioschi” Ripanti è dottore di ricerca in Archeologia Pubblica presso l'Università di Pisa. Si occupa principlamente di community archaeology e storytelling.
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One thought on “Dal diario di Francesco

  1. Bravo Fra’, il taglio è ottimo per raccontare “al pubblico” lo scavo, camminando esattamente sul filo che separa (unisce…) scientificità e divulgazione… Ma per quanto mi riguarda, è ottimo per far aumentare ancora di più la mia nostalgia!!!

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