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Nei giorni scorsi, gli Uomini e le Cose di Vignale si sono trasferiti in massa a Verona.

Perché a Verona c’è stato un convegno internazionale dedicato alla storia e all’archeologia delle stazioni di sosta nel mondo romano: una occasione imperdibile per confrontare le nostre idee con quelle di alcuni dei più grandi specialisti di questo tema.

A Verona ci siamo andati dunque in massa: Elisabetta, cui è toccata la responsabilità maggiore, quella di presentare, nella relazione “ufficiale”, il lavoro di tutti; Nina, Samanta e Francesco, che hanno parlato del progetto dal punto di vista dell’archeologia pubblica; molti dei ragazzi più giovani, di diverse università italiane, che in questi anni hanno fatto con noi un pezzo del loro percorso di formazione. C’erano anche quegli squinternati di Let’s dig again, che hanno trovato il modo di organizzare un paio di puntate della loro serie radiofonica (quella su Vignale la trovate qui: http://www.spreaker.com/user/letsdigagain cercando il titolo “Le mille e una mansio”).

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Ma in realtà, a Verona, non c’eravamo in tanti: c’eravamo tutti. Nelle immagini e nelle parole di chi ha parlato sono passati tutti gli uomini, le donne, i bambini che stanno rendendo Vignale quel progetto straordinario che realmente è.

Imprenditori, amministratori pubblici, associazioni culturali, anziani portatori di memoria storica, giovani custodi dell’integrità dei luoghi, volontari impegnati nella sorveglianza e nella manutenzione amorevole di quel campaccio hanno fatto da scenario del racconto storico che Elisabetta e gli altri andavano presentando.

Nelle immagini sono passate le sigle, i loghi, le figure, ma soprattutto gli sguardi e le parole: gli sguardi interessati e divertiti degli ormai mitici bambini delle scuole e delle loro maestre che tutto il mondo (letteralmente, non sto scherzando…) ci invidia; le parole scritte su FB che testimoniano come tutta una comunità si senta coinvolta in prima persona in questa grande avventura intellettuale e umana.

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Poi, ovviamente, è arrivato anche lui. Il mosaico appena scoperto, con tutte le sue bellezze e tutti i suoi problemi interpretativi. Mentre Elisabetta ne parlava, facendone vedere solo un paio di diapositive, nella sala del convegno si è fatto un silenzio impressionante.

E lì siamo stati semplicemente travolti. Nella mezzora successiva, approfittando di una pausa dei lavori, ognuno di noi – e meno male che eravamo in tanti… – ha dovuto rispondere a decine di domande su quello straordinario pezzo di storia in cui ci siamo imbattuti.

Siamo tornati da Verona con la consapevolezza che il nostro progetto gode di buona salute e con la percezione che la comunità scientifica e il pubblico si attendano da noi moltissimo.

Cercheremo di non deluderli.

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One thought on “Vignale a Verona

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