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La campagna di scavo 2015 è per me, come per molti dei miei colleghi, la prima esperienza a Vignale, anche se la mia Vignale 2015 è partita con molto anticipo!

Tutto ha avuto inizio con un carciofo fritto anzi, qualche migliaia di carciofi fritti: con uno sparuto gruppetto di colleghi, infatti, ho partecipato alla sagra che annualmente concede uno spazio al nostro progetto di archeologia pubblica. L’obbiettivo era semplice: dare una mano all’organizzazione sotto tutti i punti di vista. Quattro di noi sono stati catapultati fin dal primo momento in cucina, mentre i restanti hanno dato una mano allo stand che ci ospitava. Dopo qualche minuto di smarrimento, abbiamo tutti colto il ritmo e, per due giorni consecutivi, ci siamo districati tra manzi carciofi e argilla da modellare con tanta energia e sempre con il sorriso. La comunità di Riotorto si è dimostrata attenta nei nostri confronti e da oggetto misterioso che eravamo in principio siamo diventati i ragazzi della porta a fianco, non solo abili con la trowel o sui libri, ma anche capaci di rimboccarsi le maniche e calarsi alla perfezione nell’ambiente che li ospita.

Galeotta dunque fu la sagra: la mia preferenza per gli scavi è inevitabilmente ricaduta su Vignale. Fin dal primo giorno si è dimostrata una scelta azzeccata: tutto sembra svolgersi in maniera armoniosa sia in casa con i “Lappini”, ovvero i ragazzi che con me condividono l’alloggio dell’Antico Borgo Casalappi, che con il resto della truppa sullo scavo.

Ogni giorno è utile per conoscere meglio ognuno di loro: in molti sono al debutto su uno scavo, ma migliorano a vista d’occhio passando dall’insicurezza dei primi giorni a una sempre più totale tranquillità nei nuovi panni di archeologo; altri, invece, sono alla loro ennesima campagna e tendono una mano verso i “neofiti” nei momenti di difficoltà. Insomma, un grande gruppo omogeneo che cerca di migliorare e migliorarsi. Pian piano nel tempo imparo a conoscere le varie personalità e sfaccettature di tutti e apprendo sempre qualcosa di nuovo.

Ma Vignale non è solo scavo archeologico, è anche rapporto con il pubblico: ogni giorno c’è sempre qualcuno a cui raccontare qualcosa, anche in inglese, o c’è da districarsi tra le scolaresche dei paesi vicini. I bambini sono sempre i più curiosi e pieni di inventiva: ci riempiono di domande, hanno voglia di toccare i nostri attrezzi del mestiere o i reperti che mostriamo loro. Anche se all’inizio si va un po’ nel panico perché bisogna capire in che modo approcciarsi, provi sempre una bella sensazione alla fine della loro visita.

In conclusione Vignale non è il classico scavo didattico nel quale lo studente di archeologia si approccia per imparare le tecniche di scavo o applicare alla perfezione l’utilizzo corretto del piccone o della pala come da manuale, bensì  un’esperienza di vita a 360°, nel mio caso dal carciofo allo scavo!

Mickey Scarcella

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