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Come fossero organizzati il sito di Vignale e il territorio circostante nei secoli iniziali e centrali del Medioevo non lo sappiamo molto bene. Ma quelli che potremo conoscere molto bene, in un futuro speriamo non molto lontano, sono i suoi abitanti.

Perché tra le tante cose che abbiamo individuato, a Vignale c’è anche un grande sepolcreto, che potrebbe contare qualche centinaio di individui sepolti, in un arco di tempo anche molto lungo, tra le rovine della villa di epoca romana e tardoantica o nelle sue immediate vicinanze.

Il sepolcreto ci è noto solo in piccolissima parte, perché è stato intercettato da una delle lunghe trincee scavate per cercare di perimetrare l’area archeologica: all’interno della trincea sono tornate alla luce oltre quaranta sepolture ed è quindi probabile che molte altre ce ne siano nell’area immediatamente circostante, non toccata dalla trincea.

Si tratta di semplicissime sepolture in terra, con il defunto collocato all’interno di una fossa, senza alcun segnale particolare a indicare in superficie la presenza della tomba. Fino a questo momento, abbiamo scavato solo tre sepolture, perché aspettiamo di avere le condizioni operative ottimali per poter indagare tutto il sepolcreto nel suo complesso.

In tutti e tre i casi si tratta di sepolture molto semplici, prive di corredo o di altri elementi che possano indicarne una datazione.

Grazie alla collaborazione di un altro importante progetto dell’Università di Siena abbiamo potuto far eseguire alcune datazioni al radiocarbonio che ci hanno dato risultati estremamente interessanti. Le tre sepolture si datano infatti rispettivamente al VII/VIII, IX e XI/XII secolo.

Che cosa ci facessero a Vignale, in quest’epoca così tarda, tante persone rimane al momento un mistero: nella porzione del sito che abbiamo fin qui scavato non ci sono tracce consistenti di un insediamento sufficientemente grande per spiegare un cimitero così esteso e con una così lunga durata.

Una possibile spiegazione potrebbe collegarsi al mosaico ritrovato nel 2014: se uno o più dei rifacimenti che il mosaico presenta potesse essere messo in relazione con la trasformazione della stanza in cui si trovava in un edificio in qualche modo collegato al culto cristiano, avremmo un indizio per cominciare a immaginare un cimitero collegato a un territorio più esteso, che potrebbe aver avuto in Vignale un suo punto focale.

Ma solo la prosecuzione dello scavo potrà fornire una risposta a quello che rimane uno dei problemi aperti più intriganti di questo sito così straordinariamente ricco di storie.

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Francesco Ripanti

Francesco “Cioschi” Ripanti è dottore di ricerca in Archeologia Pubblica presso l'Università di Pisa. Si occupa principlamente di community archaeology e storytelling.
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