Interfacce è uno dei 40 progetti selezionati dal bando CheFare3 e nasce per costruire un modello sperimentale di gestione sostenibile del patrimonio paesaggistico e culturale di un microterritorio.

Chiave del progetto è il concetto di interfaccia. Nel linguaggio archeologico, le interfacce sono le superfici di separazione/contatto tra due strati archeologici diversi: quindi tra gli uomini che vissero in un paesaggio in due epoche diverse.

Le interfacce del progetto sono giovani professionisti della mediazione culturale tra passato, presente e futuro: archeologi e operatori sociali che si inseriscono in una comunità complessa locale/globale con la funzione di creare forme di contatto diretto, attivo e partecipato, con la profondità storica di un paesaggio.

persone paesaggio

Le attività chiave di questo diverso approccio si articolano in specifici punti:

  • Set Antonella (dal nome della maestra che ha dato avvio all’interazione): attività di contatto nelle scuole, supporto alla progettazione didattica, progettazione e realizzazione di laboratori didattici, progetto cantiere/scuole.
  • Set Paolo (dal nome del proprietario della Tenuta agricola su cui insiste il sito archeologico e storico): progettazione e realizzazione di percorsi di visita nel microterritorio, allestimento di sentieristica e cartellonistica per fruizione libera, progettazione e realizzazione microeventi di culture merging tra archeologia ed enogastronomia a km 0.
  • Set Lino (dal nome di un testimone oculare della storia recente del sito): progettazione e realizzazione di una banca della memoria, di una indagine estensiva sulla cultura materiale recente; interventi di partecipazione attiva di un pubblico in età matura alla vita anche culturale della comunità.
  • Set Ivo (dal nome del fattore che gestiva i campi): progettazione e realizzazione di strutture mobili, sostenibili e non invasive per migliorare la fruibilità dell’area archeologica; percorsi didattici, parco pubblico attrezzato, percorsi fitness per le tre età ecc.