Uno dei temi centrali della ricerca è rappresentato dalla forma di insediamento prevalente nei secoli su cui siamo meno informati dalle fonti scritte e dalle tracce archeologiche. Per l’epoca pre-romana abbiamo solo pochi reperti sparsi, ma la presenza di un villaggio in un paesaggio naturale di questo tipo sembra essere almeno probabile.

Lo stesso vale per l’epoca tardoantica, quando la presenza di villaggi rurali in quest’area è certificata da una preziosa fonte storica (il de Reditu di Rutilio Namaziano): appare in questo momento molto plausibile che proprio ad un villaggio facesse riferimento il sepolcreto che è stato individuato ma non ancora scavato.

Alla presenza di case sparse – o quanto meno di un insediamento a maglie assai più larghe – sembra invece far riferimento il sistema delle carte d’archivio per i secoli del primo medioevo.

Un villaggio preromano?

Le ricerche fin qui svolte non hanno restituito informazioni concrete sulle forme dell’insediamento umano a Vignale prima della romanizzazione di questa porzione dell’Etruria costiera.

Alcuni reperti sparsi, frutto delle raccolte di superficie susseguitesi negli ultimi decenni, certificano una frequentazione „organizzata“ dell’area a partire almeno dal VI secolo a. C., ma non danno naturalmente indicazioni sulla eventuale presenza di un villaggio preromano.

La disponibilità di risorse naturali significative (terreno coltivabile, legna da ardere, acqua potabile, una laguna sfruttabile per la pesca e l’allevamento e probabimente degli affioramenti di argilla) sembrano costituire validi indizi di una potenzialità insediativa anche precoce. La verifica di questa ipotesi di lavoro costituisce dunque uno dei tanti obiettivi della ricerca in corso.

Il villaggio di Rutilio

L’esistenza di villaggi rurali in questa zona è certificata, almeno per l’epoca tardoantica, da un celebre passo del poeta Rutilio Namaziano: un aristocratico romano che nel secondo decennio del V secolo d.C. compì un viaggio per mare lungo la costa tirrenica tra Roma e Pisa e ha lasciato una descrizione dei singoli approdi e del loro immediato entroterra.

Arrivato all’approdo di Falesia, sulla parte meridionale del promontorio di Piombino, Rutilio decise di impegnare un pomeriggio in una passeggiata nei dintorni, durante la quale si ritrovò nel bel mezzo di una festa campestre organizzata dagli abitanti di un villaggio rurale in onore di Osiride. Poco dopo, durante la stessa passeggiata, Rutilio descrive una azienda agricola, probabilmente una villa, la cui principale attività produttiva sembra essere quella dell’allevamento dei pesci entro vivai alimentati dall’acqua delle lagune.

Il passo di Rutilio suggerisce dunque per l’epoca tardoantica un paesaggio composito, in cui potevano convivere semplici villaggi rurali e impianti produttivi più organizzati. Un modello che potrebbe forse rappresentare bene la realtà del nostro territorio anche in epoca romana, quando le villae potrebbero essersi inserite armonicamente in un paesaggio che conservava ancora – e avrebbe conservato in seguito – forme di insediamento tradizionali e destinate a durare per secoli o millenni.

Rimane una ipotesi plausibile, ma ancora tutta da dimostrare, che le tracce di probabile età tardoantica-altomedievale fin qui rinvenuta a Vignale (in particolare il sepolcreto che occupa parte delle strutture romane) siano da riferirsi a un villaggio che avrebbe preso (o ri-preso?) il posto della villa di epoca romana.

I casali altomedievali

Le fonti d’archivio riferibili ai secoli dell’Alto Medioevo (dal VII al X secolo d.C.) descrivono abbastanza efficacemente un paesaggio che appare popolato con un sistema insediativo a maglie larghissime.

Manca qualsiasi riferimento ad un centro di aggregazione della popolazione e tutto sembra ruotare intorno a due sedi del potere: la pieve di S. Vito in Cornino, la cui ubicazione è peraltro ancora assai incerta, e la turris, poi castello, di Vignale, di cui non è stata fin qui rilevata alcuna traccia archeologica.

Per il resto, i documenti citano esclusivamente piccoli possedimenti rurali, costituiti nella grande maggioranza dei casi da semplici abitazioni corredate da poche strutture di servizio (essenzialmente stalle, pozzi e fienili) e collegate ad appezzamenti di terreno grandi abbastanza per consentire alle famiglie che li coltivavano la sopravvivenza e il pagamento dei canoni dovuti al proprietario del fondo, quasi sempre la Chiesa di Lucca.

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One thought on “Villaggi e case sparse

  1. Buon lavoro a tutti
    Su you tube si puo’ vedere il film girato nel 2003 che racconta il Viaggio per mare del poeta Rutilio Namaziano DE REDITU SUO; e’ molto interessante.
    Salve
    Rutilius

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