L’insediamento nel territorio di Vignale della famiglia corso-pisana dei Franceschi, che nella seconda metà del Settecento acquistò dai principi Boncompagni-Ludovisi una porzione consistente dei loro sterminati possedimenti nel territorio di Piombino, rappresenta un momento di svolta nella storia del Vignale e del rapporto tra “moderni” e “antichi”.

Ai Franceschi si deve infatti la costruzione della grande residenza-fattoria di Vignale, la nuova messa a coltura dei campi e delle colline circostanti e la progressiva trasformazione di un territorio lasciato per secoli allo stato naturale di paludi, boschi e pascoli in un latifondo agricolo organizzato e produttivo.

All’interno dell’azienda, a partire dal 1830, trovò posto anche un piccolo “parco archeologico”, realizzato al momento in cui i lavori per l’apertura della nuova strada da Pisa a Grosseto portarono al ritrovamento di importanti strutture antiche, descritte dagli eruditi dell’epoca come una serie di stanze decorate con mosaici pavimentali policromi, probabilmente parte di un grande impianto termale.

Il cavalier Franceschi ebbe cura di conservare visibile la “fabbrica de’ bagni di Vignale”, proteggendone muri e pavimenti con una serie di tettoie che continuavano ad esistere ancora alcuni decenni dopo, ma di cui si perse ogni traccia a partire dalla seconda metà dell’800.