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Ho scoperto e vissuto in prima persona che scavare a Vignale significa anche recitare: lunedì 28 settembre una prima della scuola elementare di Riotorto è venuta in visita allo scavo. Il nostro compito era spiegare come funzionasse, durante l’età romana, una stazione di posta e quindi perché non metterla in scena? In quel momento siamo diventati 4 “archeoattori” e lo scavo il nostro set cinematografico: una ricca signora, la sua ancella, un cavaliere e il suo cavallo erano partiti da Roma per compiere un viaggio verso Pisa. Era calata la notte e mentre attraversavano l’Aurelia, vedono in lontananza una grande villa e decidono di cercare un ricovero dove passare la notte. I viaggiatori vengono accolti dalla padrona della villa che si occupa della sistemazione nei loro alloggi: il cavallo viene portato in una delle stalle e agli ospiti viene dato un pasto caldo e una stanza da letto dove riposare prima di riprendere l’indomani il viaggio.

I luoghi della rappresentazione non sono casuali, ma sono quelli dove noi riteniamo che quelle azioni si siano realmente svolte nel passato: una piccola strada con ghiaia scavata nei primi anni è stata identificata come diverticolo dell′Aurelia; il cortile basolato era l’area centrale della stazione di posta mentre per quanto riguarda la funzione delle stanze abbiamo maggiori dubbi ma vi abbiamo riproposto azioni verosimili.

Non immaginavo che alla mia prima campagna di scavo potessi calarmi nella parte di una ricca signora proveniente da Roma, avere un′ancella al mio servizio e recitare davanti a una “platea” di bambini. E′ stato strano e divertente vedere Damiano che interpretava il cavallo, Nadia, la padrona della villa, accoglierci calorosamente, Benedetta, l’ancella, “lavarmi” nella termetta e il cavaliere, Mickey, accompagnare la ricca signora e l’ancella e giocare a dadi.

Mi piace l’idea di assimilare lo scavo a uno scenario cinematografico e noi ad attori perché, oltre a farci e a far divertire, trasmette una grande forza comunicativa e di interazione con il pubblico sia piccolo che adulto. Con le scuole organizziamo diverse attività per far approcciare e immedesimare i bambini nella figura dell’archeologo, come la ricognizione: in uno spazio fuori dall’area di scavo spargiamo diversi reperti che i bambini in seguito recuperano in base a ciò che ritengono sia più “importante”. In un’altra postazione sono disposti i reperti già siglati e vengono mostrati e raccontati facendo partecipare attivamente i bambini.

Disponiamo, inoltre, gli strumenti su di un tavolo: ho notato che tutti rimangono sempre molto incuriositi dal nome e dalla forma particolare della trowel. Le bambine rimangono sempre affascinate dalla grande quantità di pennelli mentre i bambini preferiscono il piccone (lo strumento conoscitivo) e la pala (la quale non serve per scavare!).

Sullo scavo non vengono a trovarci solo bambini: ogni giorno, infatti, gruppi di visitatori incuriositi dal nostro lavoro si fanno raccontare la storia del sito e si fermano a osservare le nostre operazioni di scavo chiedendo informazioni in “tempo reale” sulle nostre attività.

L’approccio, la comunicazione e il coinvolgimento a tu per tu con le persone, che sono in visita via via durante la campagna di scavo, sono il mezzo ideale per far arrivare l’archeologia in maniera diretta a tutti. Per questo la nostra archeologia è pubblica.

Eleonora Andreini

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One thought on “Calata nella mansio

  1. Uno spin off che molto probabilmente non riguarda gli archeologi, ma credo che dopo tutto chiunque debba saper giocare a briscola, recitare, parlare, immedesimarsi in un ruolo che non è il suo.
    Ecco qui lo spin off di cui parlo che può arricchire la nostra italia, anche esulando completamente dalla realtà, ma arricchendo e coinvolgendo un certo tipo di visitatori. Perché l’arte è una lingua, ma l’arte parla diverse lingue come noi.
    Noi siamo arte. Noi siamo archeologia.
    https://www.spreaker.com/user/letsdigagain/archeo-gdr

    Bellissimo il tuo post. L’inizio in particolare sembra proprio calare il lettore nel racconto che quasi in un discorso diretto avete utilizzato per la recita messa in scena quel giorno.

    ciao!

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